Agorà democratiche: “Scuola 2030. Demografia in Agenda”.

Gianni Lacorazza
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La proposta dell’Agorà “Scuola 2030. Demografia in Agenda”.
La traccia era molto precisa e ci siamo attenuti scrupolosamente a formulare, e quindi caricare sulla piattaforma nazionale, la nostra proposta.
Questo è lo spirito con cui pensiamo sia necessario interpretare il cambiamento con nuovi strumenti e luoghi di partecipazione.
Proposta
C’è una transizione demografica che impatta sui diritti di cittadinanza soprattutto nel Mezzogiorno e nelle aree interne del nostro Paese.
Serve un’Agenda 2030 per la scuola, un’Agenda territoriale per la scuola che investa su strumenti di cooperazione rafforzata (es. patto formativo locale) mettendo al centro le ragazze e i ragazzi, le comunità. Non è nostra intenzione territorializzare la conoscenza e il sapere, frammentarlo. È fondamentale ripensare un’azione locale in un pensiero globale. E’ strategico assumere scelte “settoriali” nella consapevolezza che la scuola è collegata in maniera osmotica al contesto generale e particolare in cui vive.
Si propone una cooperazione rafforzata che si fonda su un “Patto” i cui soggetti partecipanti siano vincolati all’adozione dell’Agenda 2030 e convergano per raggiungere i target del Goal 4: “Garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti”. Per il “Patto” deve esserci un modello di misurazione quantitativo e qualitativo che consenta di avere parametri riconosciuti e target da raggiungere. Non basta più un approccio organizzativistico, peraltro omogeneo in tutta Italia, dei cosiddetti criteri per la redazione dei piani di dimensionamento scolastico.
Il “Patto” dovrebbe essere sorretto da 5 pilastri:
1. Investimenti. Le risorse devono essere allocate dove c’è il bisogno e dove i misuratori dei target dell’Agenda 2030 (o comunque del modello scelto) individuano la priorità. E’ necessario rafforzare l’assistenza tecnica laddove c’è il bisogno di canalizzare le risorse o prevedere nei bandi pubblici una sorta di ‘secondo passo’ che, a seguito della definizione di una graduatoria, recuperi, qualificandola, la progettualità.
2. Spesa corrente. Gli investimenti devono essere accompagnati da una maggiore disponibilità di spesa corrente in coerenza con i livelli essenziali di prestazioni che attuino l’art. 3 della Costituzione. Come in premessa ribadiamo che è necessario ripensare il modello, o i parametri, su cui da decenni si poggiano i piani di dimensionamento scolastico.
3. Cooperazione e scambi nazionali ed internazionali. L’Agenda territoriale per la scuola deve sapere integrare presidio territoriale, qualità dell’offerta educativa e formativa, utilizzo di tecnologia per didattica a distanza e attività outdoor in contesti e con comunità anche differenti da quelli di origine.
4. Formazione permanente per docenti ed insegnanti, anche attraverso esperienze nazionali ed internazionali. Sarebbe opportuno promuovere programmi di formazione ed esperienze in contesti in cui gli indici quantitativi e qualitativi siano prossimi, o già raggiunti, ai target inseriti nel modello di valutazione del Patto formativo Locale, quale strumento attuativo dell’Agenda territoriale per la scuola.
5. Mobilità. Il sistema della mobilità è fondamentale per integrare alle infrastrutture immateriale e materiali le giuste e necessarie connessioni. La duttilità dell’offerta dei servizi di mobilità deve vivere e modellarsi per rendere efficace la fruibilità del patto formativo locale. La stessa centralità della scuola all’interno di un territorio sovracomunale, di area vasta, con la necessità di apertura pomeridiana e tempo pieno, non potrà dispiegare tutte le sue potenzialità se resta l’attuale sistema di mobilità fortemente condizionato dai coefficienti di riempimento dei mezzi di trasporto pubblico in particolare su gomma.
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