29.11.2019
L’Accordo con Total è la vendita (di Totò) della Fontana di Trevi.
Ho letto su Basilicatanet (canale ufficiale della Regione) la relazione del Presidente Bardi https://www.regione.
Ho esaminato ogni punto dell’accordo con la Total. Ricordate il “Cavalier Antonio Trevi”, “Decio Cavallo” e il “Ragioniere Girolamo Scamorza”? Per me sono chiare la posizioni della Total, del Presidente Bardi e dell’assessore regionale Rosa. Ma fate voi.
Perché si vende la Fontana di Trevi?
Innanzitutto perché si fanno accordi per una concessione trentannale resa possibile, a differenza del 2004/2006 – accordi Total – dal comma 5 dell’art. 38 del decreto Sblocca Italia del 2014.
Ancora una volta l’art. 38 dello Sblocca Italia che interviene allungado le concessioni da 20 a 30 anni.
Infatti la concessione ENI in Val d’Agri é ventennale.
Entro ottobre 2020 sarà adottato il PiTESAI (Piano per la Transizione Energetica Sostenibile Aree Idonee).
Può essere uno strumento utile per limitare pensieri “espansivi” della produzione o consumo di suolo della concessione Gorgoglione?
Quindi prima di valutare le cifre sarebbe il caso di riflettere sugli anni su cui a differenza del passato é tarato l’accordo.
Il Presidente Bardi a proposito di compensazione ambientali parla di un’ulteriore compensazione ambientale di “2 ml di euro dall’undicesimo a venticinquesimo anno”. VENTICINQUESIMO? Oppure “40 ml di metri cubi di gas all’anno dall’inizio della produzione e per la durata di 30 anni”. TRENTA?
Adesso proviamo a ragionare sugli importi e sul paragone con l’accordo del 2006 sottoscritto con Total.
Le buone intenzioni andranno verificate: investimenti dei concessionari o società collegate, green economy, economia circolare, etc
Andiamo alle cifre.
1. 5 ml di euro all’anno di investimenti per progetti propri e altri 5 ml come sponda, 50%, per bandi regionali. Diamo un ordine di grandezza. Il bando a sostegno della filiera culturale finanziato con i fondi FESR è oltre i 5 ml di euro e già finanzia al 50% gli investimenti. Il bando PSR sottomisura 6.2 per i comuni sotto i 2000 abitanti è oltre i 5 ml di euro e finanzia anche oltre il 50%. Di cosa stiamo parlando? I concessionari, Total e Shell, colossi societari multinazionali, si impegnano per 10 ml di euro all’anno? Molto meno di due bandi regionali finanziati con i fondi europei.
2. Ai 50 centesimi euro barile aggiornati al prezzo del Brent, si aggiungerebbero 30 centesimi barile giorno. Due calcoli a regime di produzione: 50.000 (barili giorno) x 0,30 (euro) x 365 = 5.475.000 euro all’anno. Si aggiungono all’accordo del 2006 circa 5,5 ml di euro, dando per scontato che già i 50 centesimi euro barile sono aggiornati al prezzo attuale visto che il calcolo era tarato a 40 dollari/barile. A parte l’esiguità, come risulta evidente, dell’importo, più o meno la cifra di un normale bando regionale sarebbe da approfondire l’articolo 1, comma 84 della legge 239/2004, peraltro riportato già nell’accordo del 2006. Provo a spiegarmi. Il principio è relativo alla necessità di avere compensazioni ambientali non dalla data dell’entrata in produzione ma già dalla costruzione degli impianti, o meglio ancora degli accordi, perché la destinazione del territorio è compromessa. Dal 2006 ad oggi (13 anni) i territori non hanno avuto nessuna compensazione ambientale per l’impossibilità di un uso alternativo. Ora questo ritardo e doppio danno vede la Total unica responsabile. Pensateci. 5,5 ml di euro all’anno sono molti meno se pensate che in questi 13 anni nessuna compensazione ambientale è stata calcolata. A meno che non sia stata valutata la differenza di aliquota/royalties, passata dal 2006 ad oggi dal 7% al 10%, contenuta sempre dall’art. 1 comma 84 della legge 239/2004 già riportata nell’accordo sottoscritto al punto A.1
3. I 3 ml di euro per la rete di monitoraggio e 1,5 ml di euro all’anno come contributo ai costi di esercizio per tale rete erano già previsti nell’accordo del 2006 al punto B.
Dopo questi tre punti nella relazione del Presidente Bardi si legge un “NON SOLO”. Per i primi tre punti siamo a 15 ml di euro con gli approfondimenti e le contraddizioni evidenziati. Il “NON SOLO” l’avrei utilizzato per ben altri risultati. Ma il “NON SOLO” sembra anticipare fatti eclatanti. Andiamo a vedere.
4. Contributi per lo “Sviluppo Sostenibile”. Nella relazione del Presidente si fa riferimento alle annualità (come già detto si arriva a 25 anni) mentre nell’accordo del 2006, punto C, si fa riferimento alla produzione. Accordo attuale: da 1 di euro all’anno per primi cinque anni fino a 2,5 ml di euro al VENTICINQUESIMO anno. Accordo 2006: da 500 mila euro per 50 ml di BOE (barile olio equivalente) fino a 2,5 ml di euro per 200 ml di BOE. Nel 2006 si stabilì che questi importi sarebbero dovuti essere aggiornati secondo l’indice F.O.I ISTAT dal primo anno di produzione. Ricordo che sono passati 13 anni. Su questo punto sarebbe il caso di fare chiarezza ed avere parametri omogenei. Ad intuito non mi pare un successone!
5. Il Gas. Qui siamo ad un mezzo capolavoro. Dice Bardi “la fornitura gratuita MINIMA di 40 ml di metri cubi l’anno dal primo anno di produzione per la durata di 30 anni fino al raggiungimento della quantità complessiva di 1200 ml di metri cubi, rispetto ai 750 milioni previsti nel 2006”. Già tutto previsto nell’accordo 2006: si stimavano allora 750 ml di metri cubi di gas come quantità MINIMA. Quindi sarebbe potuta, o meglio, potrebbe aumentare la quantità di gas. Quindi era un accordo su valori minimi da verificare e calcolare potenzialmente in aumento. Basterebbe questo per dire: di cosa stiamo parlando? Ma poi il Presidente Bardi considera 40 ml di metri cubi per 30 anni! Andrebbero riletti i punti A.2. A.3, A.4 dell’accordo del 2006.
Scusate per la lunghezza, non aggiungo altro alle cose dette in questi anni e mesi, a quelle scritte nel mio libro “Il miglior attacco è la difesa” (PEOPLE, 2019), sperando che le cose contenute in questo post possano avere risposte di chiarimento. Non tanto per me ma per i cittadini lucani.
NOTA: il testo è stato recuperato da un post del 29 novembre 2019 caricato sulla mia pagina facebook purtroppo hackerata l’anno scorso.