#FabbricaBasilicata2030. Lacorazza: “Un progetto per la Basilicata e un riconoscimento al Pd”.

Gianni Lacorazza
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C’è molto di più…
La elezione del Presidente della Provincia di Potenza avvenuta il 10 settembre è molto di più.
È molto di più alla luce del fatto che dal 2018 il centrosinistra lucano inanella sconfitte dure e storiche.
Dal 2018 il clima di inevitabile discesa a picco verso il baratro – fino all’ultima sconfitta di Policoro alle cui elezioni il Pd non ha presentato neanche la lista – ha alimentato l’idea del “non c’è più nulla da fare”. Da anni addosso al Pd e al Centrosinistra lucano sembra esserci la puzza di cadavere.
E la stessa destra, alla prova per la prima volta del governo della Regione, nonostante inadeguatezza e continue crisi, sembrava comunque non incrinarsi nella sua “permanenza” e “radicamento”
Sembrava inevitabile l’esito alle elezioni regionali. Non è più così.
Ma la elezione del Presidente della Provincia di Potenza, seppure apparentemente meno clamorosa per effetto del suo sistema di voto, è un fatto politico importante, che riapre il campo dell’alternativa.
Una candidato civico, con “simpatie” e orientamento verso il M5S, non sarebbe stato eletto se in poche ore il Pd, in particolare, non avesse raccolto le firme e sostenuto con lealtà questa scelta.
Senza le firme, non è da sottovalutare questo aspetto, Cristian Giordano non avrebbe partecipato alla competizione. Così come Cristian ha messo di suo per esperienza, competenza, freschezza e relazioni.
E non c’è neanche dubbio sul fatto che il contributo rilevante è arrivato anche da forze politiche e amministratori che sono saldamente ancorati al campo dei valori del Centrosinistra (Articolo Uno, Basilicata Possibile, Sinistra Verdi). Detta in altri termini, un’alleanza larga ed una coalizione politica alla quale si sono anche unite forze civiche oggi può essere in campo.
Scattate questa fotografia di alleanza in vista delle elezioni regionali, il cui sistema elettorale, ricordiamolo, è a turno unico… fermatevi ad osservarla.
Il Pd che in Provincia di Potenza rappresenta il riferimento di buona parte degli amministratori locali, che per storia e capacità avrebbero potuto essere candidati alla presidenza, ha saputo giocare la carta giusta.
Ma attenzione l’asse su cui si è posizionata questa scelta si è rilevato vincente perché in discontinuità rispetto al passato sul piano regionale e in continuità con l’esperienza del governo Conte bis.
Nei giorni scorsi l’on. Arnaldo Lomuti, delegato regionale del M5S, ha dichiarato “non c’è nessun accordo o patto segreto”.
Questa affermazione, da considerare anche in un contesto particolare di campagna elettorale, contiene due segnali importanti:
1. C’è spazio, c’è aria per fare respirare anche meglio e di più un progetto per la Basilicata 2030.
2. Un riconoscimento al Pd di Basilicata che, iniziando a cambiare rotta, determina le condizioni per un dialogo.
E questa potenziale alleanza sarà anche la calamita per la storia e anche per legittime ambizioni di coloro che in maniera contingente, per effetto delle dinamiche territoriali e amicali, sceglieranno altre opzioni politiche.
A queste amiche ed amici dico solo attenzione: le elezioni regionali sono a turno unico e potrebbe non aiutare in poco tempo sballottare da una parte all’altra il “proprio” elettorato.
Anche per questo il 25 settembre il Pd va sostenuto: per incoraggiare questo nuovo corso e consolidare il pilastro più robusto e radicato nel territorio che alle elezioni regionali potrebbe mettere in movimento tante amministratrici e tanti amministratori locali… e quindi fare la differenza.
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